Peam2005 Internal Report
di Luigi Pagliarini
Le luci scendono sulla
terza edizione del Pescara Electronic Artists Meeting. Dopo un mese di attività,
a giorni, le ultime fiaccole – le due mostre, “La Linea Sottile, logiche
dell’invisibile” presso il Museo Laboratorio di Città S.Angelo e “Chirurgia
Nervosa”, in collaborazione con il Liceo Artistico Statale “G. Misticoni” di
Pescara presso Ecoteca - verranno spente. La manifestazione di quest’anno -
sebbene rimaneggiata rispetto al suo programma originario, per i soliti,
ignobili, motivi economici – ha mostrato una compostezza artistica, una
determinazione intellettuale, una forza sociale, un impegno politico ed un estro
filosofico degno dei grandi movimenti, portando a termine, con una manciata di
euri, una successione di eventi impressionante. Il Peam2005, difatti, contava
ben 15 curatori; 10/12 sezioni (a seconda di come si vuole leggere la cosa);
circa 50 persone di staff; 7 sedi reali ed un’ottava, non affatto trascurabile,
virtuale; più di 30 tra esposizioni, workshop, concerti, laboratori e
performance, per un totale di circa un centinaio di ospiti. Ma oltre a questo e
sopra ogni altra cosa, come ormai ogni anno accade, il rinnovarsi di vecchie
amicizie e collaborazioni ed il nascerne di nuove. L’incontro, appunto. Fatto è
che, a mio avviso, risulta impossibile far nomi o entrare nel dettaglio e nel
merito delle singole rappresentazioni, e del resto, si sa, non è nello spirito
del P.E.A.M. individuare il “migliore”, il “più bello” o il “più intelligente”,
anche perché il meeting è (per chi non l’avesse ancora capito!) una vera e
propria opera/performance di net.art. Ma passiamo ai fatti artistici. La cosa
che più mi ha impressionato in questa edizione 2005, come artista e come
direttore, è stata la coerenza che le varie cure son riuscite a mantenere
attorno al tema centrale, “The new human being positionin”. Tutto è sembrato
orbitare, magicamente, concentricamente a questa richiesta di definizione del
nuovo essere umano – quello ibridato dalla crescente “invasione” delle nuove,
alte tecnologie. La ricerca di una identità, quindi, la ridefinizione di quest’ultima,
la necessità di individuare un senso di orientamento, di collocamento cognitivo
e spaziale, di una nuova semiotica, di una rilettura dei rapporti uomo-macchina,
risultava permeare - a volte in maniera estremamente cosciente, a volte in modo
semplicemente intuitivo - l’intero panorama di proposte, trasformando questo
meeting in una vera e propria scuola sulle avanguardie artistiche e sullo stato
dell’arte del pensiero. Il Peam2005 è stato capace di descrivere i molteplici
aspetti dello sviluppo, sì, in termini intellettuali e meditativi
– come per la mostra al Museo Laboratorio, la sezione Post-Human e di quella di
Software Art - ma anche in termini più “leggeri” attraverso forme di
comunicazione (in varie misure) più popolari e performative -
nella sezione di Video Art, di Net.Art, nell Second One Second Video Festival,
nel Net Painting e in Music and Audio Video Performance, tutti concerti
rigorosamente eseguiti in anteprima internazionale in occasione del Peam2005.
Poi, ha di nuovo esaltato quella che era una delle sue caratteristiche
fondamentali, il fattore didattico – attraverso la sezione
Peam-Educational, elemento assolutamente importante ed innovativo – evidenziando
le potenzialità dell’inserire uno stretto contatto con gli artisti in erba
all’interno di una manifestazione artistica. Infine, ha, per la prima volta,
deciso di esaltare i termini ludici dell’elettronica con la
divertentissima rivisitazione del concetto di rave, attraverso il Grave -
dislocato su tre diverse location con un autobus, il GraveBus, di ronda
all’interno della cittadina – arricchito dalla sezione di VJing Visual-Bridge.
Di nei, per carità, come sempre, ce ne sono stati. Ma aldilà di questo - lo dico
con l’ovvia parzialità di chi è personalmente coinvolto, ma, probabilmente,
altrettanto libero da forme particolari di psicosi – l’incontro organizzato dal
network di artificialia, dedicato a chi fa uso dell’elettronica come mezzo
espressivo artistico ha, con questa edizione, affermato definitivamente la sua
capacità di analisi e di sintesi, ha stabilito un primato di maturità sia
artistica che sociale (la città di Pescara si sta dimostrando sempre più
complice dell’evento) ed ha dimostrato di essere in grado di far, se colmate le
carenze di carattere finanziario, di questa manifestazione un faro di cultura
all’interno del panorama italiano e non solo.
Luigi
Pagliarini |